«Un’alleanza in più una torta in meno»

Dal libro “Ogni casa una storia”

Michele ha 50 anni e vive nel complesso residenziale Fornace. La sua principale occupazione consiste nel fare i dispetti alle signore anziane del suo condominio: un giorno sparge il terriccio lungo le scale per accusare la signora Franca del terzo piano, appassionata di fiori; un altro ruba i giornali dalle cassette della posta e incolpa la signora Luciana, che da un po’ non riesce più a camminare fino all’edicola per comprare le sue riviste. L’obiettivo? Mettere zizzania tra le vicine e coinvolgerle in discussioni infinite, che ovviamente sfociano in segnalazioni agli uffici ACER, che poi attivano le sottoscritte per risolvere i conflitti.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, per la quale oggi siamo qui, è la sua più grande ossessione: il parcheggio. Michele ama bloccare quello di fronte all’ingresso con dei birilli da lavori in corso, in modo che sia sempre libero dalle auto. Per sé? No, perché non ha la macchina e nemmeno la patente. In teoria quel parcheggio è riservato alla signora Concetta, che ha l’invalidità al 100% ma non rinuncia a guidare la sua Fiat Panda. Anche la signora Carla lo desidera, pensa di averne più diritto. Visto che nessuno l’ascolta, il posto se lo prende da sola quando ne ha bisogno.

Io e Silvia vogliamo parlare a quattrocchi con le dirette interessate, per capire come risolvere la situazione. La nostra prima tappa è la casa di Franca: «Quello mi fa usci’ pazza! Lo sapete che ‘sto scimunito adesso mi lascia la spazzatura davanti alla porta? Escrementi compresi! Secondo me vuole farmi credere che sia la Maria, perché lei ha un gatto, ma lo so che non è così». Già potersi sfogare con noi la calma, perciò la dissuadiamo a rispondere alle provocazioni.

Continuiamo il nostro pellegrinaggio condominiale e tutte le signore ci confermano che, anche se non hanno prove, sono convinte che l’artefice di questi sgarbi sia Michele.

Fortunatamente, hanno trovato degli escamotage per non crollare sotto le sue cattiverie. L’aneddoto più divertente è quello della signora Marta, una signora di 84 anni, vittima di scampanellate anonime in piena notte. All’inizio era molto spaventata, poi ha capito che era Michele, e non volendo dargliela vinta, ma temendo il confronto diretto con questo omone aggressivo nei modi e nei gesti, lo ha battuto con l’astuzia: dorme con i tappi nelle orecchie, lui continua a citofonare pensando di disturbarla, lei dorme beata.

«Ma   guarda        queste         vecchiette»  commento   mentre        ci appropinquiamo verso il prossimo appartamento «avranno perso forza fisica, ma ne hanno guadagnato in caparbietà». Arriviamo dalla signora Evelina, una donna minuta e vestita sempre di colori pastello. Con il suo tono di voce pacato e un sorriso angelico, ci comunica di aver preparato una torta al lassativo per Michele: «Pensavo che fosse Luciana a rubarmi i giornali, ha quasi rovinato la nostra amicizia! Non ho mai fatto male a una mosca e non inizierò oggi, ma non succede nulla di male se il fenomeno passa una giornata piegato sul gabinetto, giusto?»

Qualcuno bussa alla porta d’ingresso. È Carla, un’ex ballerina che ha mantenuto l’eleganza nei modi e l’estro nei vestiti: oggi ne indossa uno rosso fuoco, come il suo rossetto. «Ho saputo che state conducendo un’indagine per scoprire il mistero della spazzatura, della terra sulle scale e dei giornali rubati. Non dovete preoccuparvi» dice con soddisfazione «stiamo risolvendo da sole». Io e Silvia ci guardiamo confuse. In effetti, i nostri colleghi di ACER hanno detto che, rispetto a due settimane fa, i telefoni sono meno infuocati. Anzi, in questi giorni hanno ricevuto una lamentela soltanto. Da Michele.

«Lo sappiamo tutte chi ci vuole mettere l’una contro l’altra. Abbiamo impiegato un po’ di tempo per capirlo, ma ora è tutto a posto. Nessuna se la prende più. Anzi, ci divertiamo.»

«Vi divertite?»

«Sì, sì» interviene Evelina «Quando lui sparge il terriccio sulle scale, lo raccolgo e lo metto nella sua cassetta della posta. Quando ruba i giornali a tutte e li fa trovare sul tavolino esterno della Luciana, lei aspetta che se ne vada al lavoro, e poi li restituisce. Adesso abbiamo anche una nuova abitudine: ogni mattina, sulle 11, viene a prendere il caffè da me. Io leggo Novella 2000 e lei fa la maglia.»

«E il parcheggio?»

«Ah, quello è il mio capolavoro» risponde orgogliosa la Carla.

«Io e Concetta abbiamo una macchina identica, cambia solo la targa, ma lui non se n’è mai accorto. Quando si lamenta del parcheggio occupato, gli dico che si tratta della mia auto, anche se non è vero. Gli chiedo se vuole che la sposti per lasciare libero il posto e lui mi ringrazia dicendo che non è necessario: per lui, quel che conta è infastidire Concetta.»

«Quindi» chiede Silvia «voi due siete d’accordo?»

«Esatto. È bastato che capisse che la stavo aiutando, ora mi lascia usare il suo posto auto ogni volta che ne ho bisogno, basta una telefonata. E per lei, niente più i birilli in mezzo, o la macchina rigata.»

«Insomma, è tutto a posto.»

«Tutto no, ma almeno non litighiamo tra di noi.»

Io e la mia collega ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Andiamo via, ma non prima di aver sequestrato la torta della signora Evelina.

 

Scritto da Maria Rivola, pubblicato nel libro “Ogni casa una storia”

Edito da Fratelli è Possibile e Acer Rimini dicembre/2023

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